Il Cuore in medicina cinese ha il ruolo di sovrano Imperatore, punto di riferimento per tutti i sudditi del Regno (tutti gli Organi e i Visceri), coordinatore di ogni funzione psichica.
La metafora dell’Impero
In medicina cinese è molto forte il senso di integrazione tra il corpo e la mente e tra le parti che costituiscono il nostro organismo.
Questo è evidente ancora di più se si pensa che esiste una suggestiva metafora in cui il corpo umano viene equiparato ad un Impero.
Questo Impero è caratterizzato da una rigida gerarchia militare e da una chiara distribuzione dei compiti. Qui, gli Organi e i Visceri (Zang fu) assumono la funzione di burocrati e funzionari.
Al vertice di questo Impero si trova, appunto, il Cuore Imperatore e, intorno a lui, ci sono i sudditi, ovvero i diversi Organi e Visceri, ciascuno con il suo personale incarico.
Così come nell’Impero cinese i funzionari si danno da fare per mantenere ordine e armonia, allo stesso modo, nel nostro organismo, gli Organi e i Visceri eseguono le proprie funzioni lavorando in modo coordinato per il mantenimento del benessere.
Questo articolo contiene testo
parzialmente estratto dal par.3.3.1 del libro:
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Cuore-Shen e Cuore Vuoto
“(…) il Cuore ha la carica di Signore e di Maestro, emana lo splendore degli Spiriti (…)” (Suwen)
Il Cuore è collocato nel jiao superiore (“Yang nello Yang”), avvolto dal Pericardio, membrana che lo protegge da ogni aggressione esterna.
E’ molto suggestivo il fatto che l’ideogramma che indica il Cuore – a differenza degli ideogrammi degli altri Organi Zang- non possieda il radicale che suggerisce il significato della “carne”. Questo indica come, nell’accezione cinese, il ruolo del Cuore sia più “psichico” (Cuore come sede dello Shen) che “fisico” (Cuore come muscolo cardiaco).
In medicina cinese tutti gli Organi gli Zang Fu hanno, di fatto, una dimensione psichica ed emozionale.
Nel caso del Cuore, però, possiamo dire che questa dimensione è ancora più importante perché questo Zang è in medicina cinese il centro del mentale e dell’emozionale.
Il Cuore Imperatore è, proprio grazie allo Shen, dotato di una “fiamma interiore” che gli dona la capacità di comprendere, di riconoscere ciò che è opportuno da ciò che non lo è, di esprimere pensieri “dotati di senno”.
La rappresentazione del Cuore nel suo ideogramma lo raffigura come un contenitore vuoto aperto verso l’alto, come per accogliere ciò che viene dal Cielo (influenze spirituali). Come una piccola ciotola aperta verso l’alto in cui entra ed esce una piccola goccia di sangue, attraversandolo.
Qui si introduce un concetto molto importante nella cultura cinese che vuole l’interno del Cuore idealmente “vuoto”, silenzioso, tranquillo, non impegnato (riempito) costantemente da pensieri fissi o emozioni eccessivamente intense:
“(…) E’ proprio dell’uomo avere nel Cuore un’idea, un pensiero, un obiettivo di sollecitudine. Ma fare del pensiero una preoccupazione, generare dei fastidi sino all’ossessione, questo è una perversione. Sarebbe meglio avere un cuore vuoto piuttosto che pieno di turbamento (…) Un Cuore invulnerabile è un Cuore vuoto. Perché il Cuore non ci è semplicemente dato per permettere la nascita dei pensieri. Esso è ciò che permette all’uomo di dilatarsi secondo le dimensioni del Cielo/Terra; nessun pensiero deve occuparlo sconsideratamente, nessuna preoccupazione deve intrattenerlo e rimpicciolirlo (…)” (Elisabeth Rochat de La Vallée, La medicina cinese. Spiriti, cuore ed emozioni, Jaka Book, 2008, p.99)
Queste condizioni di Vuoto sono indispensabili perché Shen trovi la sua dimora e permetta il libero scorrimento dell’energia, consentendo all’uomo di vivere la propria coscienza individuale, aprendosi anche alla “coscienza universale”.
Quando il Cuore è in uno stato di tumulto, lo Shen si disperde e la nostra energia si consuma rapidamente, senza alcun controllo.
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