Il guasha è una tecnica complementare della medicina cinese comunemente insegnata nell’ambito dei corsi triennali da operatore tuina e agopuntura.
Gua significa “strofinare”, “applicare una pressione-scorrimento”, Sha indica la reazione superficiale del sangue richiamato dall’utilizzo della tecnica.
A cosa serve il guasha?
Le indicazioni del gua sha sono numerose.
E’ innanzitutto utile per ridurre il dolore grazie ad una regolarizzazione della circolazione sull’area trattata.
Questa tecnica aumenta di quattro volte la microcircolazione dei tessuti superficiali e può ridurne l’infiammazione (Nielsen, 2016, “Gua Sha. Una tecnica tradizionale per la pratica moderna”, p.122).
Può aiutare a ridurre la febbre e a rilassare le tensioni anche emozionali.
Ha applicazione in numerose situazioni energetiche e disagi comuni, da disturbi all’apparato respiratorio al mal di testa.
Diffusione del guasha in occidente
Il guasha una tecnica tutto sommato poco diffusa in occidente, almeno poco diffusa a confronto con altre tecniche complementari come, per esempio, la moxibustione e la coppettazione di cui si parla molto più spesso e che addirittura sono arrivate ad essere “di moda” in molti ambienti ispirati al benessere, anche se non in chiave energetica cinese.
Non è chiaro il motivo per cui il gua sha è al momento meno diffuso di altre tecniche complementari.
Potremmo pensare che questo dipende dal fatto che la sua pratica genera segni piuttosto evidenti sulla pelle, ma questo possiamo dirlo anche della coppettazione.
Potremmo pensare che la sua pratica richieda una certa abilità, ma questo vale anche per le altre tecniche , come per esempio la coppettazione mostrata nell’immagine successiva.
Non escluderei il fatto che il gua sha sia meno diffuso per un discorso strettamente culturale, di scarso gradimento rispetto ai “raschiamenti” che, seppure assolutamente assolutamente moderati ed indolori, possono suggestionare le persone inesperte in quanto favoriscono manifestazioni a volte molto vistose.
Ciò che si osserva, infatti, dopo un trattamento con gua sha, è il comparire di più o meno piccole petecchie rosse (a volte marroni, bluastre o rosso scuro) sulla pelle.
Le petecchie in questione sono transitorie e mostrano “l’extravasazione di sangue nel letto capillare causata dal gua sha, misurata come aumento della microperfusione superficiale” (Nielsen et al. 2007).
Il trattamento non è doloroso e il ricevente ottiene, anzi, una sensazione di vigore e attivazione.
La tecnica del guasha
Il gua sha è praticato con uno strumento smussato e arrotondato.
In Cina è diffuso l’uso del cucchiaio di ceramica come strumento comune, oppure attrezzi di corno di bufalo o giada.
Il trattamento si esegue sulla pelle adeguatamente cosparsa di olio utile a lubrificare la zona da trattare.
Il trattamento avviene tramite una pressione-scorrimento unidirezionale che viene ripetuta con ritmo e regolarità su una superficie ben definita e lubrificata grazie allo strumento smussato.
La pressione-scorrimento consente di far emergere gli arrossamenti/petecchie che poi scompaiono in 1-3 giorni. Questi arrossamenti (sha) segnalano la liberazione del patogeno e sono, quindi, un risultato positivo e da ricercare.
Anche le caratteristiche dello sha sono aspetti di cui tener conto:
- uno sha rosso chiaro indica, per esempio, calore di penetrazione recente
- uno sha rosso scuro una stasi di calore più intensa
- uno sha bluastro indica freddo e stasi.
La pratica della tecnicha gua sha a fini professionali necessita di una formazione ad hoc.
Piccole applicazioni di gua sha possono, tuttavia, essere utilizzate anche in autotrattamento per migliorare il proprio benessere in determinate specifiche condizioni.
Nella pratica del gua sha non si ha, di norma, fuoriuscita di sangue; questo rende la tecnica sicura anche da un punto di vista igienico.
E’ consigliabile, comunque, osservare sempre le più adeguate attenzioni igieniche (disinfezione regolare degli attrezzi utilizzati in primis).
Quando è controindicato il guasha
Il gua sha non deve essere utilizzato in aree del corpo lesionate, in cui sono presenti abrasioni o contusioni, su rush cutanei, eczemi, brufoli o nei.
Non deve essere inoltre utilizzato sull’addome di donne in gravidanza.
Se vuoi approfondire questa tecnica ti consiglio il manuale di
Area Nielsen “Gua Sha. Una tecnica tradizionale per la pratica moderna“
Casa Editrice Ambrosiana
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