Con questo articolo inauguro una serie di riflessioni che riguardano il rapporto corpo-mente, dove con “corpo” facciamo riferimento in particolare ai nostri organi interni.
Gli organi interni sono parte vitale del nostro organismo.
Essi funzionano indipendentemente dalla nostra volontà, in ogni momento della nostra vita, senza che ce ne accorgiamo realmente.
Siamo generalmente abituati a percepire la loro presenza solo quando smettono di funzionare correttamente o quando, per un motivo o per l’altro, ci procurano dolore.
Da quel momento, un organo che fino a quel momento aveva lavorato nel nostro corpo in modo efficiente ma allo stesso tempo silenzioso e invisibile, diventa presente alla nostra attenzione.
Finisce al centro di ogni nostro pensiero, a volte con un sentimento misto di rabbia (perché proprio a me?) e preoccupazione ossessiva (che succederà ora?).
L’organo che è in difficoltà passa quindi, repentinamente, dall’essere “congegno vitale” efficiente 24 ore su 24 (ma, tutto sommato, totalmente ignorato) a “nemico intimo” che ci nega salute e armonia senza apparente motivo, costantemente presente nei nostri pensieri.
Lo sentiamo quasi come un ospite, come “altro da noi”, eppure – a seconda delle sue specifiche funzioni – ogni organo acquisisce energia, trasforma e trasporta sostanze… è parte integrante della nostra costituzione e della nostra quotidianità.
Obiettivo della meditazione degli organi
Il bersaglio della meditazione degli organi è la “percezione” degli organi interni. La percezione della loro presenza fisica nel nostro corpo, della loro funzionalità e delle loro connessioni con altri organi, apparati e stati emozionali, secondo le antiche teorie mediche cinesi.
La meditazione degli organi consente di iniziare un percorso intimo e personale di contatto e di ascolto con la parte fisicamente più “interna” di noi stessi.
Quella parte che nessuno di noi mai ha visto e può vedere nel suo funzionamento.
Quella parte che siamo generalmente abituati a percepire veramente solo quando qualcosa smette di funzionare correttamente o ci procura dolore.
E’ così che la percezione del nostro corpo è legata, nella nostra cultura, alla percezione del dolore e del disagio.
La meditazione degli organi ribalta questa prospettiva e si prende cura del corpo nel suo benessere.
Lo “ascolta” e percepisce nelle sue peculiari modalità di essere in un percorso di consapevolezza utile a 360 gradi.
I benefici della meditazione degli Organi
Ogni organo vive di quanto gli offriamo, fin dal nostro primo vagito. A volte consapevolmente, a volte meno, ogni giorno, con alimentazione, respirazione e con il nostro vissuto emozionale.
In questo scenario, la meditazione degli organi può essere un’occasione per avvicinarci a questo mondo nascosto che sono proprio i nostri organi interni.
Può promuovere sensibilità e consapevolezza sugli aspetti meno visibili eppure più concreti del nostro vivere.
La visualizzazione guidata secondo i principi di connessione indicati dalla medicina cinese e l’uso consapevole dell’intenzione ci avvicina al mondo invisibile e buio dei nostri organi interni.
Rafforza la nostra sensibilità e consapevolezza sul loro funzionamento.
Riduce la distanza dal nostro corpo.
Per approfondire leggi
“Meditazione degli organi. Teoria e pratica della meditazione ispirata ai principi della medicina cinese” Disponibile su Amazon in formato eBook e cartaceo
Dove e come. Indicazioni generali per la pratica della meditazione
Se sei alla prima esperienza di meditazione, ti consiglio di praticare da seduto, su una sedia, seguendo le indicazioni che seguono.
E’ importante riservare a questa pratica alcuni minuti ogni giorno.
Non è importante dedicare molto tempo. Anche 10-15 minuti al giorno sono sufficienti, purché si abbia costanza, almeno all’inizio.
Può essere utile mettere proprio “in agenda” questo appuntamento tra le cose da fare nella giornata, eventualmente scegliendo sempre lo stesso orario o situazione, in modo da creare magari anche una piccola e benefica abitudine.
Per la nostra pratica troviamo una posizione tranquilla.
Può essere un ambiente esterno (clima permettendo) ma anche un angolo della nostra casa o dell’ufficio, purché possiamo essere sicuri di non essere disturbati.
Teniamo i piedi ben poggiati a terra, paralleli e aperti più o meno alla larghezza delle nostre spalle.
Le braccia sono distese e rilassate verso il basso in modo naturale, con i palmi delle mani poggiati sulle cosce.
Possiamo poggiare la schiena sullo schienale della sedia se lo desideriamo, ma la nostra posizione deve mantenersi ben eretta, “reale”, proprio come se fossimo “re” o “regine” seduti su un trono.
L’apice della testa è come tirato verso il cielo, ugualmente la punta del coccige è come tirata verso la terra: le vertebre si distanziano l’una dall’altra e il corpo si distende, in modo non forzato ma morbido e armonico.
Questa posizione è ideale per concentrare la propria attenzione sul respiro e sulla presenza, procedendo poi alle visualizzazioni relative agli organi, così come troverai negli articoli dedicati a:
- meditazione del Fegato
- meditazione della Cuore
- meditazione della Milza
- meditazione del Polmone
- meditazione del Rene