Ti è mai capitato di osservare le persone che camminano in strada o che sono in attesa alla fermata dell’autobus?
Hai mai fatto caso a come ognuno abbia tratti fisici e soprattutto posturali distintivi?
Chi grasso, chi magro, chi con le spalle ampie e robuste, chi dall’aspetto gracile e delicato, chi “iperesteso” e con una schiena atteggiata in modo rigido e chi – al contrario – chino e apparentemente quasi sbilanciato in avanti…
La forma del corpo
Da cosa dipende, oltre che dalla genetica, la “forma” che il nostro corpo prende negli anni?
Da cosa dipende, oltre che dalla meccanica, il modo in cui noi “teniamo in piedi” il nostro corpo, quali muscoli decidiamo di far lavorare soprattutto per mantenerci eretti, lottando contro la forza di gravità a volte in modo insolito?
Cosa può spiegare quella che è la nostra postura, il modo in cui le ossa, i muscoli, i tendini e ogni struttura ci “disegna” e ci rende unici, in modo da essere riconoscibili anche da lontano, dalla silhouette o dal nostro modo di camminare?
I fattori ambientali che “forgiano”.
Il contributo di Lowen nella psicoterapia
Spesso la persona non ha piena consapevolezza delle aree di tensione e le percepisce solo al tocco.
Spesso nel lavoro sui Meridiani e sulle zone energetiche che coinvolgono l’area in tensione la persona compie un respiro profondo, come se il respiro fosse stato fino a quel momento bloccato nella tensione e nella mancata consapevolezza di essa.
Si avverte spesso una sorta di sconnessione tra il corpo e la mente che si riduce nel momento in cui le mani dell’operatore vanno anche solo a toccare l’area interessata.
La psicoterapia fornisce interessanti letture di questo fenomeno evidenziando come siano numerosi i fattori che contribuiscono a “bloccare” alcune aree del corpo arrivando a “forgiarci” nel tempo.
Si parla di fattori ambientali, ovvero di fattori psicologici, sociali e, più ampiamente, culturali.
Questo ambito è stato brillantemente indagato e documentato da Alexander Lowen, psicoterapeuta degli anni 40 padre della bioenergetica.
Osservando i propri pazienti, egli si rese conto come questi avessero spesso blocchi muscolari, un diaframma cronicamente contratto e – così come lui stesso lo definì – un “flusso energetico bloccato”, con una associata condizione di depressione.
Era, in sostanza, come se essi portassero sul corpo i segni della propria sofferenza emotiva.
Da ciò derivò che il modo di sentirsi e di essere della persona ha una connessione con il suo “essere” nel corpo.
Secondo Lowen, fin da bambini ricorriamo ad una strategia inconscia per controllare movimenti che porterebbero a rifiuto e disapprovazione.
Questo controllo (o meglio, più spesso, inibizione) ci rende socialmente desiderabili, ma allo stesso tempo blocca permanentemente i muscoli coinvolti con tensioni inconsce che si cronicizzano nel tempo. E’ il caso, per esempio, del blocco della gola e della mascella per inibire il piangere o il gridare (ma, ahimè anche di urlare di gioia) o dei blocchi nelle spalle e nelle braccia per inibire il desiderio di aggredire o colpire (ma, ahimè, anche di abbracciare).
Il punto di vista della medicina cinese
Le tensioni muscolari croniche e il loro rapporto con il Qi e il Sangue
Nel mio lavoro di operatore tuina osservo quotidianamente come un atteggiamento posturale protratto nel tempo generi tensioni muscolari croniche le quali – a volte – sviluppano in condizioni di dolore quando non anche in vere e proprie patologie a carico dell’apparato osteomuscolare.
In medicina cinese si dice che
dove c’è dolore c’è stasi e dove c’è stasi c’è dolore”.
Le tensioni muscolari croniche, quindi, con la loro dolorabilità più o meno intensa, rappresentano segnali di blocco e di rallentamento della circolazione del Qi e del Sangue nel nostro organismo.
Questa stasi va ad interessare aree energetiche più o meno estese, aree coincidenti con agopunti e Meridiani energetici coinvolgendo, quindi, potenzialmente, in modo ampio non solo la zona del corpo interessata ma anche organi ed apparati.
I fattori che favoriscono queste stasi possono essere di diversa natura, tanto fisici (mantenimento di posizioni scorrette) quanto emozionali (emozioni intense e particolarmente persistenti come tristezza, paura, rabbia o preoccupazione oppure – anche – la loro compressione in grado da generare una stasi).
L’obiettivo della medicina cinese nelle sue diverse espressioni (tuina, agopuntura, qi gong, fitoterapia, alimentazione energetica) va, in ogni caso, nella direzione di rendere fluidi e armonici i movimenti di energia, risolvendo le eventuali stasi e prevenendone l’eventuale formarsi.
La via cinese per la connessione corpo-mente
Dal punto di vista della medicina cinese, uno strumento insostituibile ai fini della connessione corpo-mente è dato dalla ginnastica energetica e dal Qi gong.
Attraverso questa antica pratica psico-corporea è possibile favorire il libero fluire del Qi e del Sangue nei Meridiani energetici, aumentare la consapevolezza del proprio corpo, favorire la connessione tra il corpo stesso e la mente migliorando la propriocezione.
Risultati molto validi in termini di armonico fluire possono essere forniti anche dalla pratica del taijiquan, antica arte marziale cinese basata su movimenti lenti, armonici e fluidi che aiutano a sviluppare nel praticante flessibilità e morbidezza.
Per avvicinarti al Qi gong nella teoria e nella pratica ti consiglio
“Otto pezzi di Broccato. Qi gong per il tuo benessere”
Molto utile, infine, è la pratica della meditazione, in grado di favorire consapevolezza e presenza e di creare una relazione a volte molto stretta tra il corpo e la mente a livelli diversi (vedi anche la meditazione degli organi).
Tutto ciò conduce, nel tempo, alla conquista di una postura equilibrata e priva di tensioni.
In questa chiave, la forma del corpo e quella che chiamiamo abitualmente “postura” può rappresentare, quindi, l’espressione più visibile del rapporto di equilibrio-squilibrio tra mente e corpo.
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