Oriente e occidente hanno culturalmente approcci differenti rispetto allo sport, così come anche rispetto a moltissimi aspetti della vita.
Ho sempre praticato sport nella mia vita e per me il movimento è sempre stato vitale.
Da “giovane” posso dire di aver praticato tutte le attività di fitness proposte nei centri sportivi, anche le più insolite. Mi sono poi appassionata al pattinaggio, all’hockey su rotelle, alla danza caraibica e – per finire – alla corsa.
La corsa è lo sport che tra tutti ho forse amato di più e quello a cui ancora oggi guardo con piacere, sperimentando anche una nuova pratica e una nuova sensazione (ne parlavamo qualche tempo fa sul mio Gruppo Facebook).
Negli ultimi 16 anni c’è stato un cambiamento importante e mi sono dedicata quasi interamente al taijiquan e al qi gong.
Questo, da un lato è sicuramente successo perché la pratica di queste discipline richiede molto tempo ed impegno e “prende la mente” oltre che il corpo. La mia concentrazione, in sostanza, è stata riservata a queste attività e non avevo interesse a disperderla su altro.
Da un altro lato, però, è successo forse perché, contemporaneamente, c’è stato un cambiamento in me, nel mio modo di pensare e vivere l’attività fisica.
Oggi sento che il mio approccio è molto diverso da quello di 16 anni fa e risente, inevitabilmente, dell’esperienza fatta nelle arti marziali cinesi.
L’approccio occidentale allo sport
In occidente siamo abituati a considerare lo sport come attività benefica, in grado di allenare ed irrobustire i muscoli anche in modo mirato.
Gli allenamenti sono programmati generalmente in modo da aumentare lo sforzo.
Si scrivono interi manuali per ottimizzare i risultati modificando stile di vita, alimentazione e mille altri piccoli-grandi aspetti.
Si punta molto sulla resistenza, cercando di superare ogni volta di un poco il proprio limite con l’obiettivo di potenziare ogni volta ulteriormente le abilità acquisite.
La competizione è con se stessi ma anche e soprattutto con l’altro, in un contesto anche internazionale di confronto.
Nell’ottica occidentale, la “salute” viene misurata in base alla forza muscolare ottenuta e ai risultati sportivi sempre più brillanti nella pratica e nella competizione.
L’approccio cinese allo sport
L’approccio cinese allo sport e all’attività fisica è molto diverso da quello occidentale.
Mi riferisco in questo articolo non all’approccio moderno, in cui molti giovani atleti (e atlete) cinesi si sottopongono ad allenamenti durissimi pur di perseguire un risultato importante.
Mi riferisco all’approccio di antica tradizione, derivante dalla cultura e dalla visione medica cinese, in cui l’allenamento muscolare eccessivo può risultare dannoso per la nostra energia.
Questo secondo tipo di approccio considera l’allenamento come un’occasione per rafforzare il proprio organismo più che per ottenere risultati di performance, magari resistendo al dolore e alla fatica intensi.
Anche solo sudare in eccesso o stressare l’organismo con attività a cui non si è abituati senza il dovuto riposo può, in chiave medica cinese, essere molto dannoso per alcune persone e peggiorare alcuni quadri energetici importanti.
Per esempio, in presenza di un deficit di Qi e Sangue, oppure in età avanzata, questo tipo di impegno per l’organismo è decisamente sconsigliabile e pone le premesse di indebolimento dell’organismo.
Ogni “stagione” della vita può richiedere, in ogni caso, un approccio diverso ed un esercizio diverso per la nostra energia.
Sarà diverso quindi, per esempio, l’esercizio utile e benefico per l’energia di un bambino (puro Yang) e quello per l’energia di un adulto o, anche, di un anziano.
Ancora diverso potrà essere l’esercizio richiesto per migliorare il benessere nel caso di un uomo o di una donna a seconda della fase di vita che attraversa.
Allenamento sportivo ed equilibrio
L’allenamento fisico, secondo la medicina cinese, è una pratica finalizzata in gran parte al rilassamento (auto-ascolto e riduzione di tensioni croniche involontarie…) e all’uso controllato e consapevole del corpo (equilibrio, propriocezione…).
Nell’approccio cinese, un muscolo contratto e teso ostacola il flusso del Qi e ne causa il ristagno. Con il Qi, anche il Sangue ha problemi di circolazione e questo causa uno stress continuo su legamenti, tendini e articolazioni.
L’attività fisica dovrebbe, pertanto, essere finalizzata sì ad irrobustire il corpo ma – ancor prima – a bilanciare la mente, riducendo le aree di tensione e favorendo un percorso di consapevolezza psico-fisica.
Il qi gong e il taijiquan
Nella cultura cinese la “pratica fisica” è tradizionalmente molto centrata sull’esercizio individuale con il taijiquan e il qi gong.
Entrambe queste discipline – ognuna a suo modo – forniscono un’occasione di allenamento quotidiano basato sul respiro, la consapevolezza del corpo e il rilassamento della postura.
L’attività fisica dal punto di vista della medicina cinese rappresenta uno strumento per favorire una circolazione energetica più armonica, riducendo stasi e tensioni.
A tal fine, un alleato importante è il respiro, il quale aiuta a condurre il Qi, a nutrire gli organi e a sciogliere stasi e tensioni.
Questo da un punto di vista energetico è molto importante.
Quando la muscolatura si rilassa e il Qi scende, il respiro si abbassa e guadagna il dantien diventando sempre più profondo e calmo.
Per avvicinarti al Qi gong nella teoria e nella pratica ti consiglio
“Otto pezzi di Broccato. Qi gong per il tuo benessere”
Articolo bellissimo e molto interessante! Complimenti e GRAZIE!!! <3
Grazie infinite!
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