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Superlavoro come causa di malattia

Il superlavoro è ormai riconosciuto come possibile causa di malattia, in quanto in grado di attivare una condizione di stress estremamente dannosa per l’organismo.

Quando si parla di superlavoro, si parla in particolare di distress, ovvero uno stress prolungato, intenso e costante, che comporta un disagio e una sofferenza psico-fisica.

Il distress si distingue dall’eustress che, invece, consiste in un’attivazione fisiologica e positiva nell’organismo sottoposto a stimolo al fine di aumentare concentrazione e attenzione per conseguire un obiettivo.

superlavoro

Il distress sottopone il corpo e la mente di chi lo vive ad una tensione progressiva che porta ad un vero e proprio “collasso” fisico ed emotivo (“burnout”).

Che cos’è il superlavoro?

Per superlavoro intendiamo un lavoro fisico ma anche mentale che si protrae molte ore ogni giorno senza consentire un riposo adeguato.

Nella nostra società, molte persone “superlavorano” senza rendersene conto oppure ritenendo la cosa del tutto normale.

E’ ritenuto normale per esempio: uscire alle 7 di casa, spostarsi anche per un’ora prima di raggiungere il luogo di lavoro, lavorare tutto il giorno fermandosi appena per il pranzo (a volte consumato alla scrivania) per poi tornare a casa la sera dopo un’altra ora di viaggio.

Tutto questo può, inoltre, essere accompagnato dal peso di responsabilità a volte anche importanti che non si riescono a lasciare al lavoro e che “annodano” il Qi.

Al rientro a casa poi non si finisce… Si può trovare una famiglia accogliente (condizione sempre più rara visto che spesso tutti i componenti adulti del nucleo ormai sono lavoratori) oppure, più spesso, una casa da riordinare e una cena da organizzare in pochi minuti per sfamarsi (ma non sempre “nutrirsi”), generalmente senza poter guardare troppo alla qualità e ai principi nutritivi.

 

Il superlavoro e lo stile di vita

Il superlavoro, oltre ad impegnare la persona per la gran parte della giornata, condiziona fortemente anche lo stile di vita della persona stessa.

E’ molto comune, per esempio che, in condizioni di superlavoro, l’alimentazione sia poco curata e poco regolare.

In condizioni di superlavoro, infatti, tutto ruota attorno al concetto di produttività, anche a scapito di aspetti vitali come, appunto, il nutrimento.

Questo almeno finché non si presentano problemi importanti che richiamano l’attenzione della persona sul proprio stile di vita.

Sono assenti o quasi occasioni di svago e di condivisione sociale completamente esterni all’attività all’interno della quale si “superlavora”.

Rare anche le occasioni di attività fisica regolare, anche perché nel superlavoro il concetto di “non avere tempo” per altro che per il lavoro è imperante, così come per uno studente che ha bisogno di un aiuto tesi di laurea.

 

Superlavoro come causa di malattia

Quando una routine come quella descritta sopra si protrae a lungo, ripetuta ogni giorno per anni, si possono creare gravi squilibri nel nostro organismo.

Alcuni di questi squilibri derivano dalle scelte stesse che si fanno in questa routine.

Per esempio la scelta dei cibi spesso sbilanciata verso cibi troppo freddi (cibi crudi, bibite fredde…), insufficienti, troppo grassi (latticini, fritti…) o, comunque, cibi da cui Milza fatica troppo ad estrarre sostanze (pizza, panini…).

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Al di là della natura dei cibi, c’è poi l’abitudine alimentare, ovvero in che modo si consuma il pasto.

Nel superlavoro si privilegia il mangiare velocemente, a volte in piedi o mentre si cammina o mentre si lavora. Sono frequenti i pranzi d’affari (lesivi per il Qi di Milza già impegnato nella trasformazione delle essenze), i pasti fuori orario (tra cui in particolare la cena molto tardi la sera).

 

I danni del superlavoro secondo la medicina cinese

Il superlavoro è una delle cause di malattia più importanti nella nostra società occidentale.

In chiave energetica cinese, il superlavoro causa abitualmente deficit di Yin. In particolare un deficit di Yin di Rene, a cui  si aggiunge, molto rapidamente,  il deficit Yin di Fegato in considerazione della stretta connessione tra gli Zang Rene e Fegato.

Questo può condurre a manifestazioni di disagio anche importanti come disturbi del sonno, irrequietezza mentale, vertigini, acufeni, sete intensa soprattutto serale, occhi secchi, intorpidimento degli arti, sudorazione notturna…

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Il disordine alimentare favorisce poi uno squilibrio al livello dello stomaco, danneggiando anche il suo  Yin.

Questo quadro compromette pesantemente la condizione energetica generale del soggetto e crea delle premesse molto difficili per il benessere.

L’obiettivo della medicina cinese è nel riequilibrare l’energia messa a dura prova dal superlavoro grazie a tecniche di stimolazione riflessa con agopuntura e tuina ma anche grazie a ginnastica energetica – qi gong, alimentazione energetica e fitoterapia.

Tutto ciò accompagnato da un lavoro di sensibilizzazione atto a rendere l’individuo consapevole del suo vissuto, dei limiti e delle esigenze di cambiamento in vista di un reale e stabile benessere.

Laura Vanni

Laura Vanni lavora per circa 15 anni come sociologa ricercatrice nell’ambito delle politiche socio-sanitarie finché non scopre la medicina cinese. Nel 2009 decide di fare della medicina cinese il suo nuovo lavoro qualificandosi come operatrice tuina. Da venti anni pratica qi gong e taijiquan di cui è istruttrice presso l’ASD Hung Sing Martial Arts. Ha sempre messo al primo posto la divulgazione della medicina cinese e la sua missione è rendere ognuno protagonista del proprio benessere grazie agli strumenti dello yangsheng cinese. Il suo impegno più grande oggi è quello di integrare sociologia e medicina cinese per offrire strumenti di benessere attuali ed efficaci nella società complessa in cui viviamo in occidente. Oggi Laura dialoga con una community di oltre centomila persone, promuove corsi online e ritiri ed è presente sui principali social come Laura Vanni Medicina Cinese. Il suo ultimo libro è “Il segreto dell’energia vitale. Fai fiorire la tua vita con l’arte dello yangsheng cinese” edito da Piemme.

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